Investire in EAU
Gli Emirati Arabi Uniti, con la loro posizione geografica strategica al centro delle principali direttrici est-ovest e le abbondanti riserve di combustibili fossili che ne hanno trainato la crescita economica, sono diventati nel breve volgere di mezzo secolo uno stato moderno i cui cittadini godono di un elevato tenore di vita. Il PIL pro-capite è infatti uno dei più alti al mondo.
L’economia è aperta e dinamica, soprattutto per merito delle politiche di diversificazione che hanno ridotto l’incidenza delle rendite petrolifere sulla quota del PIL da un 60% nel 1980 all’attuale 35%. Le zone di libero scambio presenti nel Paese (FTZ), con possibilità di proprietà straniera al 100% e totale esenzione fiscale, attirano consistenti capitali esteri. Nel 2009/10 la crisi finanziaria globale, che ha colpito in particolare l’Emirato di Dubai, ha rallentato le prospettive di crescita e ha spinto il Governo da un lato ad esercitare un più stretto controllo sui progetti a capitale pubblico, dall’altro ad aumentare la liquidità nel settore bancario e sostenere la spesa pubblica per favorire la ripresa. A partire dal 2011 l’economia nazionale emiratina ha comunque ripreso a crescere progressivamente. Ulteriori prospettive di crescita ed opportunità di business sono inoltre rappresentate dalla assegnazione a Dubai dell’Expo Universale del 2020, nonché dai consistenti piani di sviluppo avviati nel settore infrastrutturale (nella produzione di energia, nei trasporti aerei, terrestri e marittimi, e nelle strutture turistiche, ospedaliere, scolastiche e residenziali).
Il settore bancario in salute e la crescita nei ricavi del turismo hanno aiutato a contrastare l'impatto negativo della caduta nei prezzi del petrolio, riflettendo la diversificazione economica degli EAU. Ciononostante a partire dal 2015 gli Emirati hanno fatto registrare un deficit significativo a causa della crisi nel settore petrolifero, e il governo ha avviato una serie di misure, fra cui la riforma dei sussidi energetici, con la deregolamentazione dei prezzi interni del petrolio e un aumento nelle tariffe dell'elettricità e dell'acqua. Altre misure fiscali attualmente discusse sono l'introduzione di imposizione fiscale sulle imprese e l'IVA. Il governo di Abu Dhabi, le cui entrate sono le più danneggiate dalla caduta dei prezzi del petrolio, ha deciso di dare priorità ai progetti di investimento, mentre Dubai sta cercando di stimolare l'attività economica investendo nella preparazione di Expo 2020 (in particolare nell'estensione della rete di trasporti urbani). Conformemente al piano triennale di sviluppo 2014-2016, il budget 2016 (48,5 miliardi di EAD, in leggero aumento rispetto al 2015), ha allocato la maggior parte dei fondi alle spese sociali, con priorità all'educazione, alla sanità e all'alloggio. I bisogni dei cittadini e le infrastrutture sono essenziali per realizzare la Visione EAU 2021. La riduzione delle spese previste nel nuovo bilancio riflettono i tentativi del governo di tagliare le spese in conseguenza della diminuzione delle rendite petrolifere.
La prospettiva economica futura rimane incoraggiante, oltre che dalla diversificazione dell'economia rispetto al settore "oil", anche da:
· un consistente sviluppo dei settori infrastrutture, costruzioni e turismo;
· un rafforzamento dell'attrazione degli investimenti esteri perseguita attraverso riforme del quadro economico-giuridico del Paese (in particolare, introduzione, pur con alcune limitazioni, della proprietà immobiliare per stranieri ad Abu Dhabi e a Dubai);
· una stabile impostazione della disciplina normativa in materia di imprese (attualmente imperniata sullo schema 49-51% in favore delle imprese locali);
· un costo contenuto della manodopera, principalmente proveniente dai Paesi del sub-continente indiano, condizioni fiscali e normative vantaggiose ed un basso costo dell’energia.
Gli EAU si confermano il principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane nell’area MENA. L'Italia si posiziona al settimo posto in assoluto tra i paesi fornitori degli EAU e terzo tra i partners europei.
Nel 2015 l'interscambio Italia-EAU ha confermato l’andamento molto positivo registrato durante tutto l’anno appena trascorso, durante il quale diversi sono stati i record segnati, a testimonianza della felice stagione delle relazioni bilaterali tra i due Paesi e degli effetti positivi del basso valore dell’Euro rispetto alla valuta locale, da oltre un ventennio ancorata a tasso fisso al Dollaro USA. Di record si è trattato, infatti, non solo per il nostro export, che ha superato quota 6 miliardi di euro, ma anche per l’interscambio totale (oltre 7 miliardi euro) e per il surplus della bilancia commerciale (oltre 5.3 miliardi di euro).
Principali indicatori economici
In Euro |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
PIL Nominale (mld) |
283 |
298 |
307,5 |
341 |
Variazione del PIL (%) |
4,4 |
4,3 |
4,6 |
3,2 |
PIL pro-capite |
55.154 |
55.421 |
69.075 |
67.882 |
Disoccupazione (%) |
5,1 |
5 |
4,9 |
4,9 |
Debito pubblico (% PIL) |
17,03 |
15,86 |
15,68 |
15,53 |
Principali indicatori sociali e demografici
Dati al 01.01.2015 |
|
Popolazione |
9.445.624 |
Lingua ufficiale |
Arabo |
Religione |
Musulmani sunniti 78%; Musulmani sciiti 18%; Cristiani 3,5%; Altri 0,5%. |
Struttura demografica (quota %) |
Maschi 69,5%; femmine 30,5% |
Fasce di età |
0-14 anni: 13,83% 15-64 anni: 85,15% Over 65: 1,2% |
Età media |
30,3 anni |
Tasso di crescita della pop (in%) |
0,65% |
Sistema societario emiratino
La locale legge societaria prevede delle restrizioni alla possibilità, accordata ai soggetti che non hanno cittadinanza emiratina, di stabilire attività produttive nel Paese, o comunque di acquisire quote di società locali.
Il requisito principale per stabilire una società negli EAU è la presenza al 51% di uno sponsor con passaporto emiratino. Questa regola ha però le seguenti eccezioni:
· i casi in cui la legge preveda il 100% di proprietà locale;
· le oltre 30 zone franche che permettono il 100% di proprietà straniera;
· filiali ed uffici rappresentativi di aziende estere riconosciuti a Dubai;
· aziende professionali o artigiane a cui la legge consente l’intera proprietà del capitale.
Produttori ed esportatori internazionali possono liberamente condurre affari con gli importatori e commercianti con sede a Dubai. Questo tipo di schema può essere adatto per un commercio a basso volume. Tuttavia, per un rapporto commerciale costante, le aziende estere potrebbero voler prendere in considerazione una forma più stabile di rappresentanza.
Le pratiche commerciali negli Emirati Arabi Uniti sono in linea con gli standard internazionali, le specifiche tecniche complete devono essere fornite con i prezzi CIF (Cost, Insurance and Freight). Gli Emirati Arabi Uniti sono membri del WTO. Solo gli importatori che hanno adeguata licenza di commercio possono svolgere le importazioni negli Emirati Arabi Uniti.
Le forme giuridiche per le imprese negli Emirati Arabi Uniti sono:
Le General Partnership Company: sono destinate ai soli cittadini degli Emirati Arabi Uniti perché i partners sono responsabili verso i debiti della società con tutti i loro beni. Non possono essere applicate agli stranieri, poiché essi detengono la maggior parte dei loro assets all’estero.
Public Joint Stock Company (PJSC): In tali società la responsabilità di un azionista è limitata dal numero di azioni possedute. Il capitale minimo richiesto per formare una Public Joint Stock Company è di 10 milioni di AED. Una PJSC deve avere almeno 10 soci fondatori e la sua gestione deve essere affidata a un consiglio di amministrazione composto da un minimo di tre ad un massimo di quindici persone il cui mandato non può superare i tre anni. Il Presidente e la maggioranza degli amministratori devono essere cittadini degli Emirati Arabi Uniti. Inoltre almeno il 51% delle azioni della PJSC deve essere detenuto da emiratini. La legge prevede che le aziende impegnate nel settore bancario, assicurativo o le attività finanziarie debbano essere Public Joint Stock Company.
Private Shareholding Company (PSC): A differenza della Public Joint Stock Company, una società per azioni privata non può invitare il pubblico per la sottoscrizione di proprie azioni. Il capitale sociale minimo per costituire una società a partecipazione azionaria privata è 2.000.000 di AED. Il Presidente e la maggioranza degli Amministratori in una Private Shareholding Company devono essere cittadini degli Emirati Arabi Uniti.
Joint Venture: Il contratto di Joint Venture può essere scritto, non è richiesta forma pubblica. Tuttavia, se la Joint Venture è comunicata a terzi, tutti i partner sono responsabili in solido verso costoro. L’esistenza di Joint Venture può essere dimostrata con qualsiasi metodo di prova.
Limited Liability Company (LLC): Una società a responsabilità limitata può essere formata da un minimo di due a un massimo di 50 persone la cui responsabilità è limitata alle quote e al capitale della società. La quota minima di partecipazione dei cittadini degli Emirati Arabi Uniti è il 51%. Alle LLC possono essere concesse licenze per impegnarsi in una vasta gamma di attività commerciali, tranne che per il settore bancario, assicurativo e finanziario. Una LLC può essere utilizzata come veicolo preferito per una joint venture tra una parte straniera e una parte emiratina (UAE partner nazionale), qualora entrambe le parti abbiano un obiettivo aziendale comune da raggiungere negli Emirati Arabi Uniti. Con l’entrata in vigore della legge n. 2 del 2015, il capitale minimo necessario alla costituzione è stato rimosso. La legge, sebbene non imponga più un capitale minimo, richiede però che una LLC debba avere un capitale sufficiente a raggiungere i propri obiettivi. Tuttavia, nelle disposizioni immediatamente successive contenute nella riforma, la legge afferma che il Governo potrà emettere una risoluzione che stabilisca un capitale minimo per la costituzione di una LLC.
Sistema tributario emiratino
Il sistema fiscale è caratterizzato dalla presenza di numerosi regimi speciali e di favore, volti ad incentivare gli investimenti nel Paese.
Il Consiglio Federale mantiene il potere legislativo su difesa, affari esteri, educazione e salute, mentre ogni singolo Emirato mantiene il potere legislativo su altri settori pubblici, compreso quello fi scale.
Qui di seguito una rapida panoramica delle principali imposte:
Imposta sulle attività di impresa
Unica imposta presente nel Paese e regolata localmente dai diversi Emirati. I decreti fiscali adottati dai sette Emirati, tuttavia, sono improntati ai medesimi principi e criteri. Generalmente la tassazione negli Emirati Arabi Uniti sul reddito delle persone giuridiche è pressoché inconsistente. In particolare le imposte a Dubai (tasse a Dubai) sono pari allo 0%, stesso scenario si presenta in altri Emirati come ad esempio quello di Abu Dhabi o quello di Sharjah.
Particolari normative stabiliscono invece che le imposte negli Emirati Arabi Uniti (tasse negli Emirati Arabi Uniti) le debbano pagare le società del settore:
· Oil & Gas e fino al 55%.
· Bancario & Finanziario e fino al 20%.
· Alberghiero & Turistico e fino al 15%.
Imposta sui redditi persone fisiche
Assente, nemmeno a titolo di ritenuta alla fonte. Le imprese che impiegano cittadini con passaporto emiratino sono obbligate a versare agli stessi una quota del salario, corrisposto in appositi fondi pensione.
Questa quota ha diverse percentuali e sono basate sui salari ricevuti:
· per i datori di lavoro pubblici è del 15%,
· per i datori di lavoro privati è del 12,5%,
· per i dipendenti è del 5%.
Imposta sul valore aggiunto
L’introduzione di tale imposta con un’aliquota del 3-5% è stata rinviata in accordo con gli altri stati del GCC.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno siglato accordi/convenzioni e trattati bilaterali contro la doppia imposizione con molti Paesi, tra i quali: Regno Unito, Francia, Spagna, Italia e molti altri Paesi EU, nonché altre Nazioni.
Settori di maggior interesse
- Edilizio
- Telecomunicazione
- Agroalimentare
- Arredamento
- Energie rinnovabili
- Abbigliamento
- Sanitario