Investire in Giappone
Il Giappone rappresenta, in termini di PIL, la terza potenza economica mondiale dietro gli Stati Uniti e la Cina. Nonostante il lungo periodo di stagnazione che il Paese vive dagli anni ’90, la crisi internazionale innescata dalle vicende della Lehman Brothers e i profondi danni morali e materiali provocati dal terremoto e dallo tsunami dell'11 marzo 2011, il sistema economico giapponese continua a rimanere tra i piu' solidi e sviluppati.
Nel 2015 la crescita è rimasta debole (0,6%), trainata soprattutto dal commercio estero e dai consumi pubblici, ma secondo le previsioni economiche dovrebbe riprendersi nel 2016, grazie alle esportazioni e ai consumi delle famiglie.
Il risultato del 2015 risente in parte della deludente performance dell'economia nel quarto trimestre, durante il quale il PIL ha subito una contrazione dell'1,1% in ragione d’anno, a causa soprattutto dalla debolezza dei consumi (-0,9%). Qui si sono mostrati i limiti della "Abenomics", ossia del pacchetto di riforme economiche volute dal Primo Ministro Shinzo Abe, fra cui un piano di stimolo di bilancio, un allentamento monetario e riforme strutturali, diventando ancora più evidenti. Anche le esportazioni sono risultate in calo (-0,8%), a un ritmo peraltro inferiore a quello registrato dalle importazioni (-1,4%). Segnali incoraggianti sono invece forniti dagli investimenti privati (+1,5%), in crescita per due trimestri consecutivi.
Sul fronte del debito, il debole andamento del PIL ha indotto l'esecutivo a rinviare al 2017 l'introduzione del secondo aumento dell'aliquota sui consumi dall'8% al 10%, inizialmente previsto per ottobre 2015, onde non correre il rischio di inficiare irrimediabilmente gli sforzi legati alla ripresa dell'economia. Ciò, tuttavia, rischia di aggravare ulteriormente la situazione di forte criticità in cui versa il debito pubblico del Paese, che, secondo gli ultimi dati FMI, avrebbe raggiunto il livello record del 245% del PIL al termine dell'anno solare 2014.
Il consolidamento di bilancio rimane una priorità per il paese, con l'obiettivo di riportare i livelli del debito sotto controllo. A giugno 2015 il governo ha reiterato il suo impegno a raggiungere un avanzo primario entro il 2020 e a novembre dello stesso anno è stato varato un piano d'emergenza, che va ad aumentare il salario minimo del 3%, introduce misure di supporto (come ad esempio l'estensione dell'accesso all'assicurazione di disoccupazione e agli aiuti per i pensionati), e snellisce le procedure amministrative per incoraggiare gli investimenti delle PMI. Ad ottobre è stato raggiunto un accordo di principio sulla convenzione di libero scambio all'interno del Partenariato Trans-Pacifico, che si prefigge di armonizzare gli standard e ridurre le tariffe con l'obiettivo di controbilanciare la crescente influenza cinese.
Nonostante la distanza geografica e le differenze culturali, Italia e Giappone presentano caratteristiche simili e si trovano ad affrontare complessi problemi comuni, come la carenza di risorse energetiche e materie prime e il rapido invecchiamento della popolazione. La necessità di far fronte alle sfide future legate all'approvvigionamento energetico e alla "aging society" rappresenta un'importante opportunità per incentivare la collaborazione, lo scambio di tecnologie e il commercio che ruotano intorno a questi due fenomeni. Vi sono, pertanto, indubbi margini di sviluppo delle potenzialità di cooperazione commerciale e industriale nei settori ad alto contenuto tecnologico, specie in considerazione del fatto che il Giappone investe una quota pari a circa il 3,5% del proprio PIL in ricerca e sviluppo. Il Paese del Sol Levante costituisce dunque per l'Italia un partner essenziale e strategico nel processo di rilancio dei propri settori avanzati, dalla ricerca di base quella applicata, all'innovazione tecnologica.
Si deve inoltre aggiungere che il Giappone è un mercato che anticipa i global trends e, a volte, li determina (trend-setter), ponendo chi vi opera in posizione di vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza. Le produzioni "high-end" realizzate nel Paese godono inoltre di un pregiudizio positivo nel Continente Asiatico, in cui il numero di potenziali consumatori è in crescita progressiva.
Principali indicatori economici
In Euro |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
PIL Nominale (mld) |
4.637,9 |
3.699,2 |
3.461,9 |
3.722,6 |
Variazione del PIL (%) |
1,7 |
1,4 |
-0,1 |
0,6 |
PIL pro-capite (in USD) |
35.750 |
36.264 |
36.473 |
37.294 |
Disoccupazione (%) |
4,4 |
4 |
3,6 |
3,4 |
Debito pubblico (% PIL) |
215,4 |
220,3 |
226,1 |
229,2 |
Bilancia commerciale (mld USD) |
-54 |
-90 |
-98 |
-62 |
Principali indicatori sociali e demografici
Dati al 01.01.2015 |
|
Popolazione |
127.103.388 |
Lingua ufficiale |
Giapponese |
Religione |
Shintoismo 83,9%; Buddhismo 71,4%; Cristianesimo 2%; altro 7,8% (il totale supera il 100 % perché molte persone appartengono sia allo shintoismo che al buddhismo). |
Struttura demografica (quota %) |
Maschi 48,72%; femmine 51,28% |
Fasce di età |
0-14 anni: 13,2% 15-24 anni: 9,7% 25-54 anni: 38,1% 55-64 anni: 13,2% Over 65: 25,8% |
Età media |
46,1 anni |
Tasso di crescita della pop (in %) |
-0,13% |
Sistema societario giapponese
Il 29 Giugno del 2005 il Governo Giapponese ha approvato al nuova legge sulla società (Kaisha-hou), che ha profondamente modificato il Codice Commerciale e che è entrata in vigore con decorrenza dal 1 maggio 2006.
Attualmente, il Codice Commerciale Giapponese prevede quattro tipo di società: la Goumei Kaisha (società in accomandita semplice), la Goushi Kaisha (società in nome collettivo), la Goudou Kaisha (società a responsabilità limitata) e la Kabushiki Kaisha (società per azioni). Tutte queste società sono considerate persone giuridiche. Nella realtà, tuttavia, esiste anche un quinto modello societario che, pur essendo stato abolito, di fatto sopravvive alla riforma. Sino all’intervento del 2006, infatti, molte attività erano costituite sotto forma di Yuugen Kaisha, un tipo di società a responsabilità limitata modellata sulla tedesca GmbH; tali imprese sono attualmente state rinominate Yuugen Kaisha “speciali” (tokurei yugen Kaisha) e, per la maggior parte, sono già state convertite in Kabushiki Kaisha.
Da ciò, naturalmente, discende che il modello societario Yuugen Kaisha non può più essere utilizzato per la costituzione di una nuova società, ma continua, e continuerà, ad esistere sino all’esaurimento delle società che in passato hanno assunto tale organizzazione e che desiderano conservala. L’intervento ha interessato anche la c.d. “limited partnerships for investment” (tōshi jigyō yūgen sekinin kumiai), approvata nel 1999 nell’ottica di incentivare gli investimenti, anche stranieri, fornendo al sistema economico un modello avvicinabile all’associazione in partecipazione. I primi due tipi di società richiamati in apertura, sono varianti del concetto anglosassone di “partnership” (kumiai), che presenta alcuni caratteri di estraneità in relazione agli ordinamenti di civil law e che indica le società di persone.
La legislazione giapponese prevede anche due forme di attività commerciale che potevano essere ricondotte alla “limited partnership” (associazione in partecipazione a responsabilità limitata): La Mochibun gaisha, una forma societaria molto vicina alla società di capitali (Mochibun Gaisha) che prevede il regime di responsabilità limitata per alcuni soci, e la Tokumei kumiai (lett. “anonymous partnerships”), una forma di collaborazione nella quale i membri non operativi possono beneficiare del regime di responsabilità limitata sino a quando scelgono di rimanere anonimi.
Più recentemente, nel corso del 2005, è stata introdotta la Limited liability partnerships (yūgen sekinin jigyō kumiai). Tali società potevano essere costituite a qualsiasi scopo, sebbene quest’ultimo dovesse essere chiaramente e precisamente indicato e descritto nello statuto societario, in quanto il diritto giapponese non ammette scopi generici, è sottoposta ad un regime di responsabilità limitata perfetta, e permettono di evitare la “doppia tassazione” in capo ai propri soci.
Ora vediamo più da vicino le due forme giuridiche più diffuse.
Società per azioni (Kabushiki Kaisha): La nuova normativa ha considerevolmente modificato la struttura della Kabushiki Kaisha nei suoi aspetti fondamentali, come ad esempio nelle procedure di costituzione e nelle funzioni, allo scopo di condurla il più vicino possibile alle controparti Statunitensi (joint-stock company), confermando in tal modo i legami commerciali strettissimi che legano il Giappone agli Stati Uniti d’America. La Kabushiki Kaisha è il tipo di società predominante in Giappone e rispecchia il modello, generalmente conosciuto, della società per azioni. Le attribuzioni della Kabushiiki Kaisha sono quelle che normalmente caratterizzano le società per azioni: limitazione della responsabilità dei soci al conferimento, principio per il quale i creditori sociali dovranno rivolgersi alla società, senza poter esperire azioni individuali nei confronti dei singoli soci; quote di partecipazione rappresentate da azioni, che sono le frazioni, di ugual valore, in cui è diviso il capitale sociale. Alla luce della nuova riforma, che ha abolito il vecchio tipo di società a responsabilità limitata (Yuugen Kaisha) la società per azioni rappresenta dunque, nella pratica, l’unico tipo di società di capitali “pura”. Il capitale sociale minimo per la costituzione di una Kabushiiki Kaisha, dopo l’entrata in vigore della nuova legge, è di 1 yen.
Società a responsabilità limitata (Goudou Kaisha): La Gōdō Gaisha, spesso abbreviata G.G. e G.K., è un tipo di organizzazione di impresa modellata sulla stregua della Statunitense limited liability company (LLC). Essa si distingue per il suo duplice ruolo: pur essendo una società di capitali, garantendo per questo ai propri soci il regime di responsabilità limitata, presenta una struttura interna decisamente flessibile, molto vicina a quella di una partnership. Tutti i membri sono sottoposti al regime di responsabilità limitata e sono di conseguenza responsabili dei debiti sociali nei limiti della propria quota.
Essa è stata introdotta dalla legge sulle società del 2005 in sostituzione della Yuugen Gaisha, un tipo di impresa specificatamente concepita per attività di modeste dimensioni.
Si possono individuare le seguenti differenze tra i due modelli di società di capitali (kabushiki gaisha e goudou gaisha):
· Qualsiasi tipo di modifica allo statuto deve essere approvata con il consenso unanime di tutti i soci; una disposizione che deroghi a tale regola deve essere espressamente prevista dal medesimo statuto e deve prevede con precisione il tipo di maggioranza necessaria (nel caso della Kabushiki Gaisha solo la maggioranza assoluta, non essendo previsto un obbligo di unanimità);
· Tutti i membri devono dare il proprio consenso a tali modifiche, a meno che lo statuto non preveda espressamente una deroga a tale norma (nel caso della Kabushiki Gaisha solo la maggioranza assoluta, non essendo previsto un obbligo di unanimità);
· L’unanimità è richiesta anche in caso di cessione della proprietà della società, sempre che lo statuto non preveda diversamente; (nel caso della Kabushiki Gaisha solo la maggioranza assoluta, non essendo previsto un obbligo di unanimità);
· Tutti i membri tutti i membri hanno la rappresentanza della società, sempre che non siano stati nominati dei direttori (nella Kabushiki Gaisha, solo gli amministratori delegati possono rappresentare la società nei rapporti con i terzi);
· le più importanti decisioni riguardanti l’attività imprenditoriale, come la cessione o vendita di proprietà o la liquidazione della stessa, possono essere prese senza particolari formalità (nella Kabushiki Gaisha sono sempre richieste le decisione del consiglio di amministrazione e dell’assemblea dei soci);
· i soci possono conferire i loro apporti sia in denaro che con apporti in natura (nella Kabushiki Gaisha apporti non conferiti in denaro necessitano una stima approvata dal tribunale).
Deve infine essere rimarcato che, in confronto con la Kabushiki Gaisha che richiede capitali cospicui ed investimenti, oltre a forti spese, la Goudou Gaisha non riveste lo stesso di prestigio nell’ambito del mercato giapponese.
Sistema fiscale giapponese
Imposta sulle attività di impresa
Solamente le società di diritto giapponese sono considerate soggetti giuridici residenti ai fini tributari e tassate secondo il worldwide principle. Le persone giuridiche non residenti sono tassate sui redditi prodotti nel territorio dello Stato. Il sistema tributario domestico, qualora ricorrano determinati presupposti, prevede il riconoscimento di un credito per imposte pagate all’estero che può essere utilizzato in compensazione con il debito della Corporation Tax.
L’imposta si determina moltiplicando la base imponibile per la relativa aliquota. Il sistema distingue le seguenti fattispecie in funzione del capitale sociale e del reddito annuo:
· capitale maggiore di ¥ 100.000.000: aliquota del 25,5%;
· capitale minore di ¥ 100.000.000: aliquota del 15% per i primi ¥ 8.000.000 di reddito e del 25,5% oltre ¥ 8.000.000 di reddito.
Inoltre, dall'1 ottobre 2014, è stata introdotta la Local Corporate Tax, determinata applicando un’aliquota del 4,4% alla Corporate Tax. Al fine di favorire la crescita economica, la riforma tributaria attualmente in corso prevede di ridurre l’aliquota dal 25,5% al 23,9% per gli anni 2015 e 2016.
Imposta sul reddito delle persone fisiche
Il sistema fiscale nipponico distingue le seguenti categorie di contribuenti:
· soggetti passivi residenti, tassati sui redditi ovunque prodotti secondo il principio di attrazione del reddito ovunque prodotto (worldwide principle);
· soggetti passivi residenti non permanenti, assoggettati ad imposta sui redditi realizzati in Giappone e sui redditi che sono corrisposti nel territorio dello Stato giapponese, anche se non ivi prodotti;
· soggetti passivi non residenti, tassati esclusivamente sui redditi realizzati in Giappone.
I soggetti passivi non residenti sono esclusi da ogni agevolazione fiscale. L’imposta dovuta si calcola moltiplicando l’imponibile per la corrispondente aliquota, sommando al risultato ottenuto l’importo fisso correlato allo scaglione di appartenenza.
Reddito imponibile (in JPY) |
Aliquota |
Importo fisso (in JPY) |
|
Fino a 1,95 milioni |
5% |
0 |
|
Da 1,95 a 3,3 milioni |
10% |
97,500 |
|
Da 3,3 a 6,95 milioni |
20% |
232,500 |
|
Da 6,95 a 9 milioni |
23% |
962,500 |
|
Da 9 a 18 milioni |
33% |
1,434,000 |
|
Da 18 a 40 milioni |
40% |
4,404,000 |
|
Oltre 40 milioni |
45% |
13,204,000 |
|
Le persone fisiche non residenti sono tassate per il reddito generato da fonti in Giappone e soggiacciono ad una ritenuta d’imposta alla fonte del 20% sul reddito lordo. Le persone fisiche residenti sono inoltre soggette a una tassa provinciale e municipale (Imposta Individuale di Residenza, in giapponese “kojin-juminzei”, “individual inhabitant’s tax”) con un’aliquota complessiva del 10% sul reddito prodotto durante il periodo d’imposta (4% prelevato dalla provincia + 6% dal comune), con alcune possibili variazioni del tasso a seconda delle politiche dell’amministrazione locale.
I redditi derivanti da dividendi, interessi, capital gains e plusvalenze da cessione di titoli sono assoggettati ad una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta del 20,315% per i soggetti residenti, mentre per i soggetti non residenti si invoca la applicazione della aliquota prevista nello specifico Trattato internazionale.
Imposta sul valore aggiunto
Il meccanicismo della Consumption Tax è simile all’imposta sul valore aggiunto e assoggetta le importazioni e la maggior parte delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi operate in Giappone. La Consumption Tax pagata per le spese inerenti l’oggetto dell’attività del contribuente può essere compensata con il debito erariale per l’imposta sul reddito.
L’aliquota è pari all’ 8% ma tale percentuale sarà aumentata al 10% da aprile 2017. È prevista l’esenzione su particolari categorie di beni e servizi quali, ad esempio, esportazioni, operazioni in valuta, interessi, prestazioni mediche e specifici servizi fatturati a soggetti non residenti.
Settori di maggior interesse
- Farmaceutico
- Tecnologico
- Edilizio
- Agroalimentare
- Energie rinnovabili
- Abbigliamento
- Tessile
- Sanitario